Cosa cambia per lo smart working con il governo Meloni: le possibili regole e novità in arrivo nei prossimi mesi.
La pandemia sta cambiando, il governo è già cambiato e ormai è tempo di pensare a nuove regole per quanto riguarda lo smart working. Stando a quanto trapela, il ‘lavoro agile’ sarebbe infatti uno dei temi presenti nell’agenda del governo Meloni. Al momento opzione disponibile per la categoria dei lavoratori ‘fragili’ e per chi ha figli a carico sotto i 14 anni di età, in teoria lo smart working dovrebbe terminare al 31 dicembre 2022. Tuttavia, Palazzo Chigi starebbe pensando di prorogare questa norma, allungando la scadenza ancora per qualche mese.
Smart working: si va verso una proroga?
Provvedimento inserito nel decreto Milleproroghe, che punta a limitare la circolazione del Covid sui luoghi di lavoro, lo smart working dovrebbe continuare a essere una realtà nel nostro Paese ancora per qualche tempo, limitatamente alle categorie che già ne beneficiano, quindi i soggetti fragili e i genitori con figli a carico sotto i 14 anni di età.
Secondo quanto riferito da Il Messaggero, i genitori potranno chiedere di svolgere il proprio lavoro da remoto compatibilmente con la tipologia di prestazione offerta. Non sarà quindi obbligatorio. Al momento non ci sono invece indicazioni sulla durata della proroga, che potrebbe comunque comprendere almeno tutto l’inverno, come fatto intendere dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.
Gli accordi tra aziende e sindacati
Al di là di quanto previsto dalla legge, alcune aziende hanno intanto stretto accordi con i sindacati per il ricorso allo smart working anche per lavoratori che non rientrano nelle categorie sopra citate. Se per il momento, per i lavoratori pubblici, continua a essere prevalente il lavoro in presenza, secondo il ministro per la pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ormai sullo smart working non è possibile tornare indietro, e dovrebbe essere ampliato anche per quanto riguarda i lavoratori della pubblica amministrazione: “Si tratta di uno strumento utile se si passa da una logica di controllo alla misura del risultato e alla verifica delle performance“.
Insomma, il ‘lavoro agile’ potrebbe continuare a essere, nei prossimi anni, un’alternativa sempre più concreta per milioni di lavoratori nel nostro Paese. Consideriamo, d’altronde, che già ad oggi stiamo parlando di una realtà che coinvolge moltissime persone. Secondo i dati dell’osservatorio del Politecnico di Milano, nel 2022 sono oltre 3 milioni e 500mila i lavoratori che hanno offerto le proprie prestazioni da casa, mentre prima della pandemia tale situazione riguardava solo mezzo milione di lavoratori.